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Esplorare il mondo è sempre stato per me sinonimo di libertà: un punto di sospensione che, tinto di un romanticismo desueto, soffia l’ebbrezza dei nostri confini interni.
Così ho scavato nel Kurdistan iracheno; praticato lo sambo a Mosca; o ancora raccolto il tè nella prefettura di Kagoshima... Questo vagabondaggio è ciò che sono: è questo discorso interrotto e di cui le ore, echi delle mie tenebre infame, rivelano la mia anima sauroctona.
All'ombra dei mulini addormentati, le ninfe cantano le risate della mia infanzia... Penetrare l'anima del mondo, si dice, libera lo smarrito. O Dante, o capo leggendario che batte i mali e i marinai, vivremo le tue arie per l'eternità.
Jérôme.